Il ricorso allo stop in caso di minaccia
all'ordine pubblico o alla sicurezza interna
Cambio di rotta per lo spazio di libera circolazione di persone e merci che permette di attraversare senza controlli le frontiere dei Paesi europei. A oggi, infatti, nove nazioni hanno fatto ricorso alla sospensione temporanea del trattato che si può scegliere di invocare in tempi di crisi e conflitti: Paesi Bassi, Austria, Germania, Francia, Svezia, Slovenia, Danimarca, Italia e Norvegia (non parte dell’Unione europea, ma aderente allo spazio Schengen).
Schengen, sospensione del trattato per minacce alla sicurezza
Grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna, questa la motivazione per cui si può chiedere la sospensione del trattato reintroducendo i controlli alle dogane. Una misura temporanea a cui si può ricorrere solo in ultima istanza, con il Codice Frontiere che impone di rispettare il principio di proporzionalità, per cui le azioni delle istituzioni dell’Unione europea vanno inquadrate entro certi limiti.
“Questo tipo di misura dovrebbe rimanere eccezionale e strettamente limitato nel tempo come ultima risorsa, o in caso di grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna dello Stato”, ha ribadito la portavoce della Commissione Ue, che ora sta tenendo il conto di tutti i Paesi che hanno scelto di sospendere la libera circolazione, le ragioni e la durata delle misure. L’Italia aveva reintrodotto i controlli da giugno a dicembre 2024, i motivi erano legati al G7, alla situazione mediorientale e dell’Ucraina, ai rischi di terrorismo e all’immigrazione illegale dalla Slovenia. Ultimi di una lista ormai nutrita sono i Paesi Bassi, che hanno deciso di reintrodurre i controlli alle frontiere dal 9 dicembre all’8 giugno 2025, la decisione dettata da “elevata e cumulativa pressione sul sistema migratorio” e da un “aumento di incidenti criminali nei centri di accoglienza”, ragioni additate anche da Austria, Germania e Francia.
Cos’è lo spazio Schengen, minacciato da terrorismo e crisi migratorie
L’area di libera circolazione in Europa è nato nel 1985 su proposta di Lussemburgo, Belgio, Olanda, Francia e l’allora Germania Ovest. L’Italia vi ha aderito nel 1990 e a oggi l’area comprende 27 paesi europei di cui 23 sono membri UE a cui si sommano Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Nel 2020 la situazione legata al Coronavirus ha portato numerosi governi a ripristinare i controlli alle frontiere, tuttavia la maggior parte delle sospensioni sono legate però a terrorismo e alla crisi migratoria.
[Notizia pubblicata in data 21 novembre 2024 – Chiara Cianci]