Un 2023 da record negli aeroporti italiani
In un contesto globale in cui tutto il traffico aereo del 2023 (misurato in passeggeri-chilometri o RPK) è aumentato del 36,9% rispetto al 2022 e quello dell’intero anno è stato pari al 94,1% dei livelli pre-pandemia (2019), gli aeroporti italiani hanno dimostrato di seguire il trend di progressione sulla scia della ripresa dei viaggi. Mentre aspettiamo ancora i dati ufficiali Iata, prendiamo in esame i risultati di Assaeroporti che decretano un record storico di 197,2 milioni di viaggiatori aerei
Di essi 128 milioni sono internazionali, dunque il segmento che traina.
Per il sistema aeroportuale italiano si tratta di un andamento che segna il definitivo recupero delle perdite scaturite dal Covid-19, nonostante le “turbolenze”, evidenzia il presidente dell’associazione: «Penso al modo con cui è stata gestita la vicenda del caro voli, all’ennesimo rinvio del dossier ITA–Lufthansa, così come al tema dell’addizionale comunale, sul quale regna una grande confusione – afferma Carlo Borgomeo -. Gli operatori dovrebbero invece poter contare su un quadro di riferimento più stabile, meno estemporaneo. Speriamo che il Piano Nazionale degli aeroporti di prossima pubblicazione definisca chiare linee strategiche per il comparto».
Passeggeri in Italia: la classifica degli aeroporti
La classifica degli scali italiani nel 2023 vede nei primi 10 posti la conferma di Roma Fiumicino con 40,5 milioni, Milano Malpensa con 26,1 milioni, la decisa affermazione di Bergamo con 16 milioni che si piazza sul podio. A seguire il Capodichino di Napoli con 12,4 milioni, Venezia con 11,3 milioni, Catania con 10,7 milioni, Bologna con 10 milioni, Milano Linate con 9,4 milioni, Palermo con 8,1 e Bari con 6,5 milioni.
Recentemente Nomisma ha misurato l’impatto sull’economia delle attività aeroportuali, che in Italia conta per 65,1 miliardi di euro, sommando gli effetti diretto, indiretto, indotto e catalitico (o catalizzatore: miglioramento della competitività e dell’attrattività dell’area territoriale interessata dalla presenza dell’infrastruttura aeroportuale a favore di altri settori economici). Nello specifico, all’aumentare del 10% dell’indice di connettività aerea si osserva un incremento dello 0,4% sul valore aggiunto, del 2,9% sul numero di occupati, del 10% sul valore delle esportazioni e del 17% sugli arrivi turistici.
Il valore aggiunto generato dal comparto aereo è pari al 3,8% del PIL italiano.
[Approfondisci sulle previsioni delle tariffe aeree per i viaggi d’affari]
Notizia pubblicata in data 6 marzo 2024 – Paola Baldacci