2023 GLOBAL BUSINESS TRAVEL FORECAST by GBTA
Nel suo forecast 2023, la Global Business Travel Association (la statunitense GBTA) ipotizza l’aumento delle tariffe aeree dell’8,4%, degli hotel dell’8,2% e dei noleggi auto del 6,8%: la carenza di manodopera qualificata e il boom dell’inflazione sono le prime cause di queste reazioni, di cui tenere conto nella stesura del budget di spesa per i viaggi dell’anno prossimo.
Anche il MICE recupera gli anni perduti e i prezzi di meeting ed eventi ri-salgono in tutto il mondo. Nel 2022, il costo medio per partecipante dovrebbe attestarsi a +25% sul 2019. E la previsione è che nel 2023 aumenti di un altro 7%.
Tariffe aeree ai livelli del 2019
Dopo la diminuzione delle tariffe aeree di oltre il 12% nel 2020 e del 26% nel 2021, quest’anno l’incremento raggiungerà il 48,5% e nel 2023 torneranno ai livelli del 2019. Dunque, aumentando ancora dell’8,4%.
Non è solo la crescita della domanda a fare innalzare i prezzi dei biglietti aerei, ma anche il carburante che in alcuni mercati è andato oltre i 160 dollari al barile.
Un segnale che il business travel è in recupero viene anche dalle tariffe delle classi Premium, che nel 2019 rappresentavano oltre il 7% di tutti quelli acquistati. Nei primi 6 mesi del 2022 hanno toccato il 6,2%.
Va da sé che la quota crescente di classe premium porterà una media tariffaria più elevata.
Previsione prezzi business travel 2023, in hotel
Il report di GBTA prevede che i prezzi delle camere saranno aumentati del 18,5% nel corso del 2022, invece l’anno prossimo saliranno dell’8,2%. A fronte di una diminuzione pari al 13,3% del 2020.
In Europa, Medio Oriente, Africa e Nord America si è già tornati ai livelli pre-pandemia.
In particolare, Oltreatlantico, le tariffe medie del 2022 si saranno innalzate del 22% mentre nel 2023 continueranno a crescere di un altro 11% perché le strutture cercano di compensare i maggiori costi operativi.
Tra i trend legati all’hotellerie, va considerato che le aziende stanno cercando di bilanciare i benefici di lavorare a distanza con il bisogno che i team si incontrino persona. Gli hotel hanno un ruolo tuto da giocare nel lavoro ibrido, ma è necessario che monitorino gli aumenti di prezzo con attenzione per evitare di spingersi troppo oltre e perdere il loro più clienti preziosi. Cioè i viaggiatori d’affari.
Autonoleggi e la sfida dell’elettrico
Tormentato dalla crisi dei microchip e dagli investimenti per l’elettrificazione di fabbriche e veicoli, il settore dell’automotive ha vissuto stop produttivi che hanno impattato notevolmente sulle flotte dei noleggiatori.
Dopo la diminuzione del 2,5% nel 2020, i prezzi globali del noleggio auto sono risaliti del 5% nel 2021 e per quest’anno si attesteranno a +7,3%. Dunque, nel 2023 cresceranno ancora del 6,8%.
La tendenza che va osservata riguarda i veicoli elettrici, in arrivo anche nelle flotte italiane dei player del noleggio a breve termine, cioè che interessano il business travel. Attualmente sappiamo che la percentuale delle vetture full electric (EV: electric vehicles) immatricolate da questo comparto è del 30% su un mercato complessivo di 40mila EV nei 10 mesi del 2022. Ma attenzione, si tratta ancora di una minima parte rispetto a quanto immatricola tutto il noleggio: infatti di 291mila veicoli registrati nell’anno, solo il 4% è EV.
Tuttavia, la trasformazione energetica nell’industria delle auto è una strada tracciata: l’Europa conferma lo stop della produzione dei motori endotermici dal 2035 per le vetture nuove. E per “motori a combustione” significa tutti quelli alimentati a benzina, Diesel, GPL, metano e anche quelli ibridi. Il più recente step degli accordi Fitfor55 (piano europeo di riduzione delle emissioni di anidride carbonica) è del 27 ottobre scorso.
Una notizia che impatterà sulle esigenze di sostenibilità delle aziende, su cui in Italia c’è molto da lavorare: il Corporate Travel Sustainability Index di Sap Concur rileva che solo il 29% delle imprese operanti nel Belpaese ha una figura manageriale dedicata, come un sustainability manager o un chief sustainability officer. Questo contro il 40% di Germania e Spagna e il 37% della Francia.
[Photo by Stephen Dawson on Unsplash]
Notizia pubblicata in data 5 Dicembre 2022 – Paola Baldacci