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Riconoscimento facciale Ryanair,
un problema per l’OBT

Da sempre Ryanair “respinge” le agenzie di viaggi seppure gli accordi di distribuzione con SabreAmadeus Travelport permettano che i viaggiatori d’affari possano accedere ai contenuti dell’aerolinea low cost tramite i loro OBT, anche se non in maniera completa. Recentemente la compagnia ha introdotto la procedura di verifica online dell’identità dei passeggeri attraverso il riconoscimento facciale, proprio al fine di scongiurare che la prenotazione venga realizzata da un intermediario non autorizzato (ad esempio, le online travel agency). Questa nuova prassi prevede due modalità di esecuzione: una rapida, al costo di 0,59 centesimi, pari al costo dell’esternalizzazione della lettura biometrica a una società esterna, e una che può richiedere fino a 7 giorni per essere completata ed è gratuita. Si tenga conto che la verifica online dell’identità è obbligatoria e si può effettuare in aeroporto al costo di un check-in, cioè di 55 euro.

Una volta completata, Ryanair chiede di modificare l’indirizzo e-mail sulla prenotazione. In questo modo riesce nel suo primo intento di avere un contatto diretto con il viaggiatore per notificargli messaggi.

Premesso che i servizi della low cost non sono quelli preferiti dalle travel management company, tutta la vicenda è argomento di preoccupazione nel business travel per alcune ragioni da non sottovalutare. Tra le prime, una questione di GDPR in quanto la modalità di intervento da parte della compagnia aerea è piuttosto invasiva e affidare i dati biometrici a una società esterna desta perplessità oltre a non chiarire esaustivamente quale sia lo scopo. A questo proposito, a luglio, il gruppo per i diritti digitali Noyb ha presentato una denuncia contro l’operatore, sostenendo che l’uso del riconoscimento facciale viola il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE.

Quanto al business travel, è l’associazione inglese Institute of Travel Management a evidenziare alcune criticità, tra le quali il fatto che la procedura sta spingendo le prenotazioni fuori dai sistemi di prenotazione aziendali (OBT) e fuori policy, indirizzando i viaggiatori direttamente sul sito web dell’aerolinea.

Di fatto si sta verificando che le TMC non possono esercitare la loro funzione di supporto per i viaggiatori d’affari e ciò ha portato la Business Travel Association britannica a intervenire, esortando il vettore a “sostenere i viaggiatori d’affari e ad adottare una politica di assenza di verifiche aggiuntive per tutte le prenotazioni tramite TMC”, scrive la testata giornalistica BTN – Business Travel News.

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Notizia pubblicata in data 13 Settembre 2023 – Paola Baldacci