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Tra ripresa e inflazione, si viaggia
con le tariffe alle stelle

Il primo quadrimestre dei viaggi d’affari segna la ripresa dei viaggi internazionali per la Cina e altre riflessioni che ci preme fissare insieme a voi, per una valutazione sempre ragionata degli andamenti. Ad uno sguardo delle tariffe alberghiere in Europa nel 2022 (sul 2019), gli analisti rilevano aumenti diversi tra Paese e Paese, ulteriormente peggiorati con l’inflazione di dicembre. Se la Francia aveva incrementato i prezzi della tariffa media giornaliera (ADR) del 20% nell’arco dell’anno, nell’ultimo mese è balzata a +32%. Il Regno Unito è passato dal +16% al +24%. Il Paese dove i rincari sono stati deboli sono la Germania (+4% nel 2022 sul 2019 e +9% incorporando il tasso d’inflazione) e la Spagna (+12%).

Cosa è successo, invece, sui biglietti aerei nel 2022, negli Stati Uniti?

Anzitutto, la ripresa dei collegamenti internazionali ha inevitabilmente alzato i prezzi durante il quarto trimestre del 2022 a livelli molto più forti dei due anni precedenti: in alcuni mesi, le linee legacy hanno incrementato del 40% circa (sul 2019) mentre nel corso dell’anno l’average ticket price (ATP) è stato mediamente superiore del 32% rispetto al 2021. Ciò che deve balzare all’occhio è il fatto che questi surplus equivalgono a un +10,3% in tre anni, cioè il 3,3% annuo tra il 2020 e il 2022 a fronte di uno 0,4% annuo tra il 2016 e il 2019.

La Cina riapre ai viaggi: l’impatto

La riapertura ai viaggi da parte del Governo cinese riaccende le analisi sull’impatto dell’outbound da questo importante mercato asiatico nel business travel.

Seppur le restrizioni a viaggiare al di fuori del Paese erano state allentate già dall’8 gennaio 2023, una serie di nuove ondate pandemiche aveva rallentato la ripresa agli spostamenti internazionali, oggi finalmente in atto. E oltre ai viaggi d’affari in Europa e in America, questo trend è cruciale per gli arrivi turistici dell’Asia, in particolare. Infatti, per Cambogia, Laos, Mongolia, Filippine e Thailandia gli ingressi per vacanza cinesi rappresentano un quinto del totale, mentre Giappone e Vietnam dipendono dalla Cina per oltre il 30% dei visitatori.

Queste riflessioni servono ad ipotizzare un incremento delle tariffe alberghiere in quelle destinazioni – anche meta di viaggi d’affari – che non sono pronte ad accogliere il ritorno della domanda cinese.

Nell’attesa, peraltro, che le linee aeree riprendano ai ritmi del 2019, anche ad assumere personale.

Durante la pandemia, il numero totale di assistenti di volo in Cina è diminuito dell’11% rispetto ai 108.955 addetti del 2019, secondo i dati della Civil Aviation Administration of China (CAAC).

Da metà marzo, i voli domestici hanno superato i livelli del 2019; invece, i servizi aerei internazionali sono tornati solo al 30% del 2019.

Viaggi aerei sostenibili: futuro ambìto e costoso

Sul futuro sostenibile dei viaggi aerei tra switch con il treno ad alta velocità* e necessità di alimentare gli aerei con carburante green si stanno concentrando molti report. Tutti concordi nel tracciare tendenze che mostrano un orizzonte piuttosto chiaro: gli sforzi per raggiungere la neutralità dal carbonio nel 2050 sono tanti e il settore aereo è tra i leader del cambiamento, ma l’impegno è piuttosto costoso e le compagnie aeree europee più deboli finanziariamente potrebbero risentirne.

Soprattutto perché l’ambizione si basa sulla sostituzione dei carburanti fossili con quelli alternativi sostenibili per l’aviazione (SAF), ma non solo.

Un recente report di S&P sui costi della decarbonizzazione nel comparto mostra che le aerolinee europee risentiranno del peso delle normative sui prezzi delle emissioni di CO2 in misura maggiore rispetto ai loro competitor internazionali. Soltanto i vettori più forti potrebbero essere in grado di ribaltare i costi sui viaggiatori, il che comporta un esercizio di abilità per non uscire dalla competitività tariffaria.

Secondo lo studio sono proprio i regolamenti ambientali governativi che metteranno sotto pressione la qualità del credito delle compagnie aeree.

Ora, l’utilizzo di SAF è la soluzione più a portata di mano delle compagnie aeree oggi ed Emirates (il 2023 è stato dichiarato l’anno della sostenibilità negli Emirati Arabi Uniti) ha già effettuato un volo dimostrativo utilizzando il 100% di carburante verde, ma non è l’unica. Tra le accortezze operative per ridurre le emissioni, ad esempio, adottano modalità di discesa più efficienti oppure un motore solamente nelle fasi di “taxi” in pista, così come ricorrono a monitoraggi meteorologici sempre più predittivi e al lavaggio dei propulsori.

Anche le compagnie europee come Lufthansa sono impegnate nel testare l’opzione di miscela SAF e già nel 2011 LH aprì la strada in qualità di pioniera ai primi test sul lungo raggio, nelle normali operazioni di volo. Allo stesso modo, Air France ha una roadmap da antesignana nelle sperimentazioni che l’hanno portata, nel maggio 2021, a operare il collegamento da Parigi a Montreal alimentato con carburante per aviazione sostenibile prodotto in Francia. I costruttori, intanto, fanno in modo che gli aerei possano volare con percentuali sempre più elevate di mix: Airbus certifica i nuovi velivoli con una miscela fino al 50% tra SAF e cherosene.

Il tutto senza dimenticare che l‘idrogeno sembra essere un’opzione di alimentazione perseguibile (Airbus farà volare il suo primo progetto ex novo entro il 2035) e la startup svedese Heart Aerospace ha presentato una versione ibrida elettrica del primo progetto full electric primario.

Insomma, altre forme di alimentazione per i velivoli stanno spiccando il loro volo.

[Cosa prevedeva in dicembre il forecast di GBTA sulle tariffe 2023? Leggilo qui]

*Un passeggero Eurostar in viaggio da Londra a Parigi genera il 93% in meno di CO2 rispetto al viaggiatore aereo

Notizia pubblicata in data 21 aprile 2023 – Paola Baldacci